23/11/12

Giorno 0 - HO DECISO CHE VADO

Inizio di un nuovo capitolo della storia. Della mia. E la verita' che inizia sovrapponendosi alla conclusione del capitolo precedente. Un gran finale con corona d'alloro e tanta soddisfazione. Raggiungere obiettivi prefissati colma di gioia l'animo. Ti sorridi. Mentre meravogliosamente le persone del tuo piccolo mondo lo fanno con te.
Ho deciso che vado e compro il biglietto per un continente che avevo lasciato da tempo inesplorato. Sud-est asiatico direzione Ho Chi Minh, Vietnam.
Compro un biglietto 6 giorni prima della data di partenza. Manca il visto per il Vietnam. Non ci avevo pensato. Ops...."no pasa nada"...esploro, cerco e ricerco possibilita' alternative. Il cugino di un amico vive prorpio a Saigon e tramite Facebook mi metto in contatto. Mi suggerisce Vietnam-visa.com e la vietnamita di quell'ufficio si preoccupa del mio visto in due giorni. Mi fornisce la lettera di invito (approval letter) al paese che mi permettera' di pagare la meta' all'arrivo al Landing Visa dell'aeroporto di Ho Chi Minh.

Succede che al dipartimento immigrazioni vietnamita hanno un problema col database e la lettera non arriva per essere stampata il pomeriggio prima della partenza. Ottimo, mi dico. Ma la certezza che tutto andra' bene e la fiducia che ho sentito dopo la chiamata della giovane, che dal Vietnam si e'preoccupata di parlarmi al telefono, mi lascia preparare lo zaino con serenita' la notte prima del volo.
A Milano Malpensa (Aeroporto) mi accolgono due russe della compagnia con la quale volavo, Aeroflot, che mi dicono : "Signorina, senza visto per il Vietnam non parte." Simpatiche. Faccio in modo di verificare la mia casella di posta elettronica e scaricare la carta che nel frattempo mi era arrivata. Uno spiraglio di luce. Gli Internet point di Milano Malpensa stampano ma sono senza carta. Cosi mi Mordo le mani e sono obbligata a trovare una soluzione per stampare.Agitazione. -"Certo che parto!", mi dico. Be positive! Trovo una donna gentilissima che mi lascia passare in un ufficio di viaggi e prenotazioni varie offrendomi di usare io stampante e pc. A Milano Malpensa e' provato che non sanno mettere una chiavetta usb e fare una stampa. Sorvoliamo.
Aeroporto di Mosca. Finalmente. La prima connessione Internet aperta e un'oretta di comunicazione con gli amici confermando di essere ormai gia' in terra straniera. Avro' perso un kilo per la tensione ! ahahaha.
Al mio fianco sul secondo volo mi trovo l'ultimo personaggio che mi sarei mai immaginata di trovare. Un russo che, naturalmente, non parlava nessuna lingua europea. Bianco di capelli, occhi azzurri e una dentatura superiore completamente in oro e argento - "ma, non avevo visto!!! Oro????"- col quale riesco in 9 ore a sapere che ha 61 anni e che viaggera' per la zona (quali paesi direi abbastanza difficile da interpretare) tra Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo. Mi chiedo come diavolo fara' a comuinicare con i vietnamiti se nemmeno puo esprimere due concetti in inlgese. Non so. Spirito d'avventura?o incoscienza. Mi dice il suo nome che gia' non ricordo, un paio di gentilezze annuendo con la testa e poco meno.
Ho Chi Minh, Landing Visa. Simpatici. Il tipo mi accoglie con rapidità e senza permettermi né fronzoli né niente. Domande?Azzittita subito. "Have a sit". Resto in attesa una buona ora quasi con dubbi e pronta col telefono alla mano per contattare Vietnam-visa.com. Nella fila vedo un ragazzo che come me era stato dimenticato lì. Siamo vicini e così mi permetto di fare un mezzo sorriso e lancio un -"They forgot us"-. Un accento inglese secco tipico delle nostre zone, familiare. La conversazione muore lì. Non mi sembra voler scambiare molto altro. Sento il mio nome e pago 50 dollari americani invece di 25 (meno male mi sono svegliata a prelevarli alla mia banca) per una Multiple Visa. Entro a Saigon (22 Novembre) ma dovro' rientrare per poter procedere ad una ulteriore tappa del viaggio.
International Passport Control. Coda e mi metto a parlare con il "giovane dimenticato" che nel frattempo aveva risolto con il visto. Familiare sì, ecco percho. Spagnolo di Valencia il mio primo compagno di viaggio si chiama Enrique. Che bello un po' di spagnolo dopo giorni italiani.
Passiamo al recupero degli zaini che nel frattempo erano stati lasciati sdraiati al suolo dei due tapis roulant degli arrivi: Mosca e Kuala Lumpur. Usciamo dall'aeroporto. Una ventata d'aria umida e calda ci tira uno sventolone sulla faccia. Inizia l'avventura.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Soon I will fix the TRANSLATE box :(
Sorry ;)

mamma Lucia ha detto...

Ciaooooo E' mezzanotte li a Saigon...cerco di immaginare come puo'essere la sera una citta' asiatica e balzano alla mia mente alcune immagini malesi..la vita di Kuala Lampur...i locali le luci i ragazzi per la strada che suonano ballano e improvvisano spettacoli ..gli odori..i profumi..i sorrisi aperti...ti penso TI AMO <3 mamma Lucia