21/12/12

GIORNO 29- VERSO NORD

Hou An City
Una  tappa intermedia fra Dalat e Hoy An si chiama Nha Trang per poter spezzare le 20 ore di viaggio che separano le due  piccole cittadelle. Una postazione di ritrovo per backpackers, un incrocio di strade fra chi proviene da nord e chi invece da sud. Nuovi amici che ritrovero' per le vie della capitale. Club notturni, "street food" e non molto altro. La nostra sosta dura un giorno e mezzo.
Mi accoglie finalmente la meravigliosa Hoi An. Le magiche lampade che la illuminano  rendeno il villaggio quasi irreale, sospeso in una dimensione distaccata con un non so che di fiabesco. La magia che cercavo e finalmente mi sento convolta emozionalmente nel paesaggio, nella quotidianita' del mercato, nelle vie che esploro fuori dal centro con una bicicletta e il mare selvaggiamente solitario.
Verso la spiaggia
Comincio ad entrare in connessione con me stessa e a sentirmi coinvolta in questo viaggio che piano piano percorre kilometri verso il nord del Vietnam. Mi sento bene. A Dalat si aggiunge Ruth al gruppo, finalmente una ragazza a condividere 4 uomini con me. Ahahha. Affittiamo una bicicletta ognuno e ci dirigiamo con un pallido ma forte sole verso la spiaggia ad un paio di kilomentri dal centro.
Lungo il percorso sento gia' il desiderio di fermarmi in meravigliosi caffe con terrazze sul fiume ma proseguo coi ragazzi. Piu tardi ritagliero' il mio spazio privato assaporando la solitudine e me stessa di fronte ad un piatto di Cassava Noodles e un te vietnamita bollente.

Delfini in spiaggia 
E' meraviglioso sentire la sintonia con i miei compagni di viaggio. Sulla spiaggia propongo la banalissima costruzione sulla spiaggia: un delfino. I giochi dei bambini sono sempre quelli che rendono il gioco veramente un gioco per la loro semplicita' ed esserne coinvolti risulta sempre inevitabile.
A volte ci si dimentica della semplicita' e questo per me e' il momento per ritrovare valori perduti e dimenticati. Voglio tornare a giocare.

Slow Food Boat

Il mio secondo giorno ad Hoy An e' assolutamente incredibile perche' il caso vuole che un'associazione dal nome italiano TerraMAdre organizza un incontro per la promozione di "slow Food"e un'azione di volontariato per il sostegno di corsi di nuoto per bambini vietnamiti.

Passo la mattinata e il primo pomeriggio fra una pacifica gita sul fiume a bordo di una precaria e dubbiosa barca lunga e stretta e una piccola introduzione alla cucina vietnamita.

La difficolta' e' sempre solo decidere e autoconfermarsi le decisioni prese. Il resto viene da se'. Si tratta sempre di OSARE senza timore e quando si ha un dubbio continuare a costruire , costruire per se stessi quello che sia. Anche se non si e' certi di avere un piano..di avere un' idea precisa , non importa.
Continuo a non avere grandi idee su dove realmente essere ma nell'andare si provano emozioni e sensazioni che indicano la strada da percorrere...si tratta di sentire......la pace di un fiume e il tuo equilibrio su di una rudiemntale barca di pescatori dipende dalla tua stessa pace e calma.....la barca allora non si rovescia e fluisce lungo il suo corso....nel frattempo osservi chi ti circonda e lo splendore di una natura al tuo intorno.
Lungo il fiume

Presentazione MadreTerra


Fra i presenti alla lezione di cucina sono numerosi gli studenti universitari del circondario e gli occidentali trapiantati qui. Curioso. Giornata interessante all'insegna di volontariato e cultura vietnamita. La presa di coscienza e una piccola donazione.
Autoscatto
Mi perdo poi con la mia bicicletta fra vie poco trafficate alla ricerca dello sbocco sul mare. Trovo un mare solitario e una spiaggia chiarissima, nuvole all'orizzonte e un giovane vietnamita passeggiando sulla spiaggia incuriosito dalla mia rara presenza. Nessun tipo di parola inglese. Ottima conversazione. Da immaginare. La cosa piu semplice e' solo scoprire il nome dell'altro, poi e' tutto un intento mal riusciuto. Ma non importa. 
La meta successiva, dopo 5 ore di bus, e' Hue: luogo che un tempo stabiliva il confine tra nord e sud. Linea di frontiera, linea di aspri scontri di guerra.
Cammino per le strade in cerca della Citadel, citta' imperiale della dinastia Nguyen per circa 140 anni fino al 1945. Un centro storico facente parte del patrimonio dell'umanita'dell' Unesco. Incontro Thien, un'ispirazione di persona che mi accompagna lungo le mura di Citadel e in meravigliosi luoghi della citta'. Un uomo di 48 anni e 13 anni di buddismo presso la pagoda del famoso maestro Tich Nha Than. Stare con lui mi affascina, parliamo di meditazione e la pratichiamo per un 15 minuti insieme. Mi spiega tecniche e mi offre consigli. "Pazienza" e "Cuore" sono i segreti del nostro successo. E' cosi'. Lo so. Mi racconta anche dell'anno lunare, la mia provenienza dall'anno del Chicken verso il mio fortunatissimo anno nuovo dello Snake. Wow. L'inizio del mio nuovo anno lunare promette davvero bene. Vi svelero' piu' avanti perche'.
Mi trasmette una fantastica energia e un affetto profondo. Il suo intreresse per me e' un interesse per il mondo mai visto e mai esplorato di persona. Incredibile anche solo pensare che qualcuno non abbia idea di come sia , per esempio, la neve a Natale. I racconti e le sensazioni mi fanno pensare a restare nella pagoda un tempo per imparare a cucinare, meditare e a conoscere il buddismo. E' un sacco di tempo che ho questo desiderio. Ma la sensazione non e' del tutto certezza fino in fondo. Una cosa che sto imparando poco a poco e' quella di ascoltarmi profondamente. A volte capire che la risposta che portiamo dentro e'quella giusta mi costa. Sto apprendendo a farlo. E riconosco adesso quando commetto l'errore di scegliere qualcosa che non sia proveniente dal mio reale interiore.

Altro bus notturno. Il ritmo prosegue direi a un ritmo incalzante. Arrivo ad Hanoi, la capitale. Nord.


09/12/12

Giorno 17 - COMPAGNI DI VIAGGIO


Quattro europei e due australiani su un bus di vietnamiti da Moi Ne ci avventuriamo su un bus pazzesco verso la ridente Dalat.


Lascio con malinconia la meravigliosa spiaggia di Mui Ne dove ho passato quattro giorni in compagnia di un gruppo di australiani kiter prima e un gruppo di spagnoli dopo fra quali emerge una personalita' con la quale scambio un'intesa divertente e complice di nome Miguel. Mi sento a casa chiacchierando in spagnolo davanti un caffe' vietnamita ghiacciato. Ormai ghiaccio senza problemi. Testato stomaco e intestino non corro alcun rischio. Le ultime parole famose. ahahaha. Condivido una notte al Pogo a ritmo di musica Occidentale e diversi pasti all'ormai mitico Lam Tong, ristorantino a gestione familiare dai ritmi propri ma che conquista la nostra simpatia. Siamo di casa.

In questa cittadina di pescatori lunga e stretta trascorro momenti  osservando il mare, passeggiando sul bagnasciuga e scattando foto alle vele che colorano il cielo a festa. 25 nodi di vento Mui Ne e' la localita' di kiter e surfer per eccellenza in Vietnam. Un bel vedere insomma. ahahah.

All'arrivo non faccio in tempo a mettere piede in spiaggia che la brama di andare a testare la temperatura dell'acqua mi lascia tutto lo spazio per pestare il piede contro uno scalino nascosto dalla sabbia. UUUhy. Rompo il dito medio del piede. Ecco, beh, dai. Calma e serenita' hanno bisogno di essere interrotte da diversione e imprevisti. Colore viola vino barricato. Acqua praticamente a temperatura termale.




                                 
Con un gruppo di pittoresche canadesi m
avventuro su una jeep verso le dune di sabbia bianca e rossa. Una meraviglia di posto dove assaporo sempre di piu' la liberta sotto i piedi. Inizio a sentire l'avvicinamento alla natura e a sentirne il bisogno. Trascorro quattro giorni in compagnia di 3 ragazze, una australiana, una polacca e una italiana spagnolizzata. Scambi di esperienze di viaggio e un paio di cene. Il mio inglese inizia a riprendersi sempre di piu'. Non male.

Mentre viaggio cambiano le idee e i tempi di pause pensate, incontro persone e preferisco soffermarmi. La sensazione del viaggio, del lasciare un luogo e le sue persone dietro al finestrino di un bus e' cio' che mi da la sensazione del viaggio in se'.
Condivido il poggia testa con una vietnamita dopo averle  mostrato alcune foto sul telefono. 5 ore di bus da dimenticare. Dopo due spostamenti gia' mi avventuro con pantaloncini corti e sfilando le infradito dai piedi. Sul bus per la deliziosa Dalat come accennavo il gruppo incontrato a Mui Ne si compatta sempre di piu'. Favoloso, direi. Ti pianifichi un viaggio in solitaria e non fai in tempo ad arrivare in Vietnam che ti ritrovi a condividere i luoghi con un gruppo di persone. Davy, Matt, Kosta e Poul. Si condivide Hotel, serate e motorini alla scoperta delle valli di Dalat, antica cittadella di vacanza ai tempi della dominazione francese. Pasticcerie, baguettes, casette e un'atmosfera che rende questo paese un 'isola europea nel cuore del Vietnam.
Ricordi di denominazione straniera e sottomissione che pero han lasciato il segno indelebile nella tradizione orientale di questa perla sperduta nelle valli del "countryside".
Il gruppo si compatta fantasticamente e sento poco a poco che nonostante l'inlgese non cosi perfetto riesco ad affrontare la barriera della lingua e a prendere confidenza. Sono me stessa.
Il mio condividere col gruppo necessita da una parte di spazi anche personali per sentirmi in sintonia coi luoghi e le persone, i caffe' e le strade, gli aromi e lo schiamazzare per strada. Mi lascio andare alla scoperta di nicchie negli angolini del paese senza turisti. Due giornate intense e divertenti guidando ed esplorando i dintorni di Dalat.

Decidiamo di prendere un bus che ci condurra comodamente su Sleeping Sits verso la prossima tappa: Nha Trang. Una confusione di cittadina come tappa per la successiva fermata. Nuove conoscenze, un po di divertimento e sandwich a 30 mila dong. Meno di 1,50 Euro.

Le due giornate si dividono fra giochi in spiaggia e un po di esplorazione. Adoro cercare e ricercare locali dal sapore asiatico e spazi che rilassano lo stato d'animo al semplice lasciar andare lo sguardo. ( http://www.sailingclubnhatrang.com/  )


Desidero lasciare indietro strutture mentali e obblighi imposti dalla societa'. Liberarsene e' un compito alquanto difficile.

Trovare la mia liberta' e la mia reale dimensione sara' in questi giorni uno sforzo a non raggiungere il futuro del cosa faro' domani. Vivere finalmente il presente e la sua ricchezza, le persone, i momenti senza affanni.


A presto col prossimo post e avventure "On the otherside" dal paesino incantato dalle mille lampade e dalla magia della sua essenza: Hoi An.








05/12/12

GIORNO 13 - PIACEVOLI INCONTRI PER LA CITTA (post del giorno 9 andato perso)

Motorini e cappelli a punta, se cammini per la strada sei  invaso da stupore e confusione generale. Ho Chi Minh ospita milioni di veicoli a due ruote e la verita' e' che, delle dinamiche urbane, non ho smesso di sorprendermi nemmeno un istante. 
Attraversi la strada e la tua sola preoccupazione deve essere esclusivamente quella di non farti prendere dall'istinto di correre o fare passi indietro; metteresti in crisi il tragitto mentale dei motociclisti. Ups! Hiihihi. Go on! Un continuo suonare di clacson ma con funzionalita' di preavviso, non certamente per insultare quello davanti. wow!
Camminando mi perdo per la citta' e mi ritrovo in un cortile. Non c'e' una scritta in inglese e decido di capire dove sono finita. Il passagigio della considerazione sul luogo passa da una biglietteria di autobus a scuola materna a ospedale pediatrico. Gurda un po'. Curiosa esplorazione. Gli stereotipi esistono nelle nostre menti per certi luoghi, ma non quando sei "on the other side".
Ancora mi sento straniera e lasciare andare schemi e strutture mentali mi costa un attimo. E' questione di voler osare ed e' come, in certe occasioni, se mi sentissi colta da una certa timidezza forse data dalla gentilezza e dal sorriso gratuito della gente per strada felice di incontrarti. Regalano uno scambio divertito. Sopratutto inusuale per noi occidentali. Ecco perche'. Non siamo abituati a ricevere cosi tanto riconoscimento. Pazzesco.
Marc e' cugino di un amico di casa e vive qui gia' da un anno e mezzo. Passiamo il fine settimana insieme e mi porta in giro per tutta la citta' esplorando strade, vicoli, mercati e i vari distretti in sella della sua super moto.

Usciamo dal tragitto turistico e mi porta in caffe' paradisaci nascosti in zone lontane dal centro citta' e impossibili da incontrare perfino dai vietnamiti. Ninfee e e fiori di loto, legno e pietre, passarelle su ruscelli d'acqua, i caffe' sono un armoniosa pace di via vai di shakes a base di frutta. Il week end si fa interessante perche' poco a poco mi accompagna ad addentrarmi nella vita qutidiana in loco.
Colti da curiosita' ci soffermiamo davanti alla porta di quello che a tutti gli effetti sembra essere un parrucchiere  con le varie mansioni cui puo aspirare.



Vabbe', ecco ínomma, pronti per una razzolata di orecchie inizio a  scattare foto e registro video che mi appaiono assolutamente singolari. Sono sempre stata affascinanta dai parrucchieri orientali e li ho sempre fotografati. Racchiudono una realta' di un mondo. Mi ci addentro per la prima volta. Pronti per andare a mangiare raggiungiamo in, non ricordo gia' quale distretto, un curioso posto sulla strada dove Marc si preoccupa di ordinare prelibatezze a base di pesce e verdure. Una cena squisita abỏdo strada in uno di quei póticini dalle sedie di plastica e tavolini delle diménioni ridotte. I vietnamiti hanno la mia stesa taglia ( ahahaha!).

Marc e' introverso e riservato, silenzioso a volte, meditativo, riflessivo, attento e sveglio e con assolutamente un buon gusto per i luoghi, i cibi e il Life Style. Assolutamente interessante guida e piacevole persona che pobabilmente rincontrero' al rientro a Saigon tra un paio di mesi. Una serata la passiamo assieme a una sua collega di lavoro vietnamita, Jang, semplicemente deliziosa.
Mi soffermo un paio di giorni in piu' in citta' , metto a punto il layout del blog, preparo mappe e attendo il momento in cui sento il desiderio di procedere, di iniziare lo spostamento verso nord.
Armonia e calma saranno elementi per il mio cocktail di viaggio senza fretta e in completa liberta di scegliere. Un amico di un amico dell'universita' di Madrid arriva in citta' per lavoro e decido di aspettarlo. Il potere di Facebook. Inaky lo conosco di vista ma e' assolutamente divertente incontrarsi proprio qui.
Passiamo momenti spensierati all'insegna di musica in un posto dove ci lasciamo coinvolgere dal ritmo incalzante di una voce femminile veramente fenomenale.
Incredibile come a volte le distanze uniscono anziche' allontanare. I miei due "amici di amici" ne sono la conferma.
Hello from "Beautiful People"in Ho Chi Minh !
 Condividiamo l'ultima sera tutti insieme cenando e brindando con una Saigon al centro e un arrivederci a presto. Direzione Mui Ne. Cinque ore di autobus. Spiaggia.

26/11/12

GiORNO 4 - Ho Chi Minh City, L'ARRIVO

Ma buongiorno amici! L'indicazione del giổrno sul titolo indica il giổrno effettivo di viaggio che racchiude eventi e pensieri tra l'ultima pubblicazione e la presente. Pẻr intenderci.
Sto tuttavia cercando di mettere a punto il blog con alcuni dettagli ma ho deciso di renderlo pubblico da subito cosi' che le sollecitazioni della sua pubblicazione cessino gia' ! ahahahah. Pôco a pôco vedrete piccole modifiche in cốrso a seconda della disponibilita' di pc e wifi.

Vi avevo lasciato all'uscita dell'aeroporto. Enrique e io ci piegamo praticamente subito al piacere della rapidita' del taxi dopo aver passato qualche momento tra cambio soldi e ricerca di un bus pẻr la citta'. La maglietta appiccica e mi sento gia' grondare dappertutto. I capelli legati in una coda non bastano a risparmiare la sensazione sgradevole di una sauna post ginnasio mentre pero sto scarrozzando lo zaino a destra e a sinistra. Cambio 120 Euro e mi danno in mano un mazzo di soldi. Ben 2 milioni e ottocento dong! wow, mi dico. Ma ancora di piu' successivamente quando mi accorgo che un acqua costa solo 10 mila. Incredibile! Mi piace. Insomma, dôpo gia' la prima trattativa sul prezzo del taxi scopro che ci hanno gia' fregato. Paghiamo 300 mila dong in due invece di 150 mila. Vabbe'. Che ci vuoi fare? Turisti. Pfff.
Raggiungiamo l'hotel. Enrique era armato della sacra Lonley Planet con la quale e' mia consuetudine viaggiare pẻr il mondo. La Bibbia del viaggiatore che disgraziatamente ho dato pẻr scontato trovare in una delle due librerie della mia citta': South-East Asia. Esiste in inlgese.In italiano no. NIente Lonely Planet, Valentina.  -.-
Non mi sono preoccupata, anche perche' ormai non ne valeva la pena. La trovero' sul luogo. Mi dico.
Enrique nel frattempo mi intrattiene fantasticamente in spagnolo raccontandomi della sua avventura quasi al termine del suo GIRO INTORNO AL MONDO in 8-9 mesi. Il mio viaggio inizia con un grande incontro e una gran interesse vérso le avventure e la simpatia di Enrique. Condividiamo insieme la stanza pẻr dimezzare il prezzo e alla fine paseggiamo i due giorni insieme pẻr tutto il distretto 1 e alla scoperta di monumenti e musei. Super simpatico, aperto e diretto. Non ci sono timidezze e i nostri discorsi fluiscono sempre senza complessita'. In liberta'. Finalmente.
Fra le diverse missioni esplorative ricordo la mia principale missione: Lonley Planet adventure! E' prorpio vẻra la legge di attrazione. Ho sempre pensato di incontrarla senza problemi ed infatti missa' che e' stata  lei ad incontrare me. La compagna fedele di viaggio e' una fotocopia dell'ultima versione ufficiale. AHahahaha. Contratto. E riesco a pagarla solo 190 dong contrariamente ai 300 che mi aveva chiesto il vecchio vietnamita. Sempre contrattare in Asia. Sempre! Noi dalla pelle bianca e tratti chiari abbiamo l'aurea dei nobili. Eh,se sapessero..
Quale sia la copia non ve lo svelero' !!! hihihihi.
I due giorni con Enrique sôno una buona introduzione all'avventura. Un mano tesa dall'universo. Un sorriso e un nuovo amico. Ci avventuriamo verso i punti di interesse della citta'. Museo della guerra, Opera, Torre Bitexco, mercati e vie principali. Un succo di cocco non e' male pẻ rinfrescare la giornata sotto il sole. Ci lasciamo abbandonare a una seggiola di plastica delle dimensioni ridotte ( i vietnamiti sôno tutti della mia taglia!!! ahahahah) e ordino una noce di cocco lungo il fiume! Abbiamo compagnia: una ratto scorrazza in giro come se niente fosse. Enrique e' un po piu' risentito. Me  la rido.

                                                                  Benvenuti in Asia!

                                         Ho chi Minh dalla torre Bitexco alle 5 del pomeriggio.

23/11/12

Giorno 0 - HO DECISO CHE VADO

Inizio di un nuovo capitolo della storia. Della mia. E la verita' che inizia sovrapponendosi alla conclusione del capitolo precedente. Un gran finale con corona d'alloro e tanta soddisfazione. Raggiungere obiettivi prefissati colma di gioia l'animo. Ti sorridi. Mentre meravogliosamente le persone del tuo piccolo mondo lo fanno con te.
Ho deciso che vado e compro il biglietto per un continente che avevo lasciato da tempo inesplorato. Sud-est asiatico direzione Ho Chi Minh, Vietnam.
Compro un biglietto 6 giorni prima della data di partenza. Manca il visto per il Vietnam. Non ci avevo pensato. Ops...."no pasa nada"...esploro, cerco e ricerco possibilita' alternative. Il cugino di un amico vive prorpio a Saigon e tramite Facebook mi metto in contatto. Mi suggerisce Vietnam-visa.com e la vietnamita di quell'ufficio si preoccupa del mio visto in due giorni. Mi fornisce la lettera di invito (approval letter) al paese che mi permettera' di pagare la meta' all'arrivo al Landing Visa dell'aeroporto di Ho Chi Minh.

Succede che al dipartimento immigrazioni vietnamita hanno un problema col database e la lettera non arriva per essere stampata il pomeriggio prima della partenza. Ottimo, mi dico. Ma la certezza che tutto andra' bene e la fiducia che ho sentito dopo la chiamata della giovane, che dal Vietnam si e'preoccupata di parlarmi al telefono, mi lascia preparare lo zaino con serenita' la notte prima del volo.
A Milano Malpensa (Aeroporto) mi accolgono due russe della compagnia con la quale volavo, Aeroflot, che mi dicono : "Signorina, senza visto per il Vietnam non parte." Simpatiche. Faccio in modo di verificare la mia casella di posta elettronica e scaricare la carta che nel frattempo mi era arrivata. Uno spiraglio di luce. Gli Internet point di Milano Malpensa stampano ma sono senza carta. Cosi mi Mordo le mani e sono obbligata a trovare una soluzione per stampare.Agitazione. -"Certo che parto!", mi dico. Be positive! Trovo una donna gentilissima che mi lascia passare in un ufficio di viaggi e prenotazioni varie offrendomi di usare io stampante e pc. A Milano Malpensa e' provato che non sanno mettere una chiavetta usb e fare una stampa. Sorvoliamo.
Aeroporto di Mosca. Finalmente. La prima connessione Internet aperta e un'oretta di comunicazione con gli amici confermando di essere ormai gia' in terra straniera. Avro' perso un kilo per la tensione ! ahahaha.
Al mio fianco sul secondo volo mi trovo l'ultimo personaggio che mi sarei mai immaginata di trovare. Un russo che, naturalmente, non parlava nessuna lingua europea. Bianco di capelli, occhi azzurri e una dentatura superiore completamente in oro e argento - "ma, non avevo visto!!! Oro????"- col quale riesco in 9 ore a sapere che ha 61 anni e che viaggera' per la zona (quali paesi direi abbastanza difficile da interpretare) tra Dicembre, Gennaio, Febbraio e Marzo. Mi chiedo come diavolo fara' a comuinicare con i vietnamiti se nemmeno puo esprimere due concetti in inlgese. Non so. Spirito d'avventura?o incoscienza. Mi dice il suo nome che gia' non ricordo, un paio di gentilezze annuendo con la testa e poco meno.
Ho Chi Minh, Landing Visa. Simpatici. Il tipo mi accoglie con rapidità e senza permettermi né fronzoli né niente. Domande?Azzittita subito. "Have a sit". Resto in attesa una buona ora quasi con dubbi e pronta col telefono alla mano per contattare Vietnam-visa.com. Nella fila vedo un ragazzo che come me era stato dimenticato lì. Siamo vicini e così mi permetto di fare un mezzo sorriso e lancio un -"They forgot us"-. Un accento inglese secco tipico delle nostre zone, familiare. La conversazione muore lì. Non mi sembra voler scambiare molto altro. Sento il mio nome e pago 50 dollari americani invece di 25 (meno male mi sono svegliata a prelevarli alla mia banca) per una Multiple Visa. Entro a Saigon (22 Novembre) ma dovro' rientrare per poter procedere ad una ulteriore tappa del viaggio.
International Passport Control. Coda e mi metto a parlare con il "giovane dimenticato" che nel frattempo aveva risolto con il visto. Familiare sì, ecco percho. Spagnolo di Valencia il mio primo compagno di viaggio si chiama Enrique. Che bello un po' di spagnolo dopo giorni italiani.
Passiamo al recupero degli zaini che nel frattempo erano stati lasciati sdraiati al suolo dei due tapis roulant degli arrivi: Mosca e Kuala Lumpur. Usciamo dall'aeroporto. Una ventata d'aria umida e calda ci tira uno sventolone sulla faccia. Inizia l'avventura.